sabato 10 marzo 2012

ENGLISH BREAKFAST

Quanti di noi non hanno sentito parlare della tipica colazione all'inglese almeno una volta? La full english breakfast è un istituzione nazionale come lo è per noi la pizza! Ogni volta che i miei viaggi mi portano all'estero cerco, almeno una volta , di far colazione in tipico british style! E chi resiste... Per i profani che non sanno di cosa io stia parlando ecco qua: uova sbattute, croccante bacon a fette, funghi cotti sulla piastra, pomodorini grigliati, salsicce di vario tipo, fagioli con salsa di pomodoro e per finire pane tostato! Così differente dal nostro modo di fare colazione che quantomeno dovrebbe stuzzicare la curiosità di molti. So che potrebbe sembrare poco salutare, ma come ogni cosa anche questa ha un suo perché. Questo modo di fare colazione nasce nel medioevo quando i contadini, alzandosi presto per lavorare i campi, avevano bisogno di fare un pieno di energie che durasse buona parte della giornata. Nonostante oggi non ci sia la necessità di introdurre tante calorie di prima mattina, da un punto di vista nutrizionale potrebbe portare dei vantaggi come una migliore assimilazione delle pietanza e un ottimale apporto energetico in rapporto alle esigenze dell’organismo alla mattina dato che nei paesi anglosassoni il pasto serale viene invece consumato in genere tra le 18:00 e le 18:30. facendo passare quindi, molto tempo dalla cena alla colazione del giorno successivo, che servirà a rifornire l’organismo a secco di energia dalla sera prima.


Marco Gavio Apicio

Apicio può essere definito come uno dei primi gourmet della storia. Interessato all’arte culinaria più raffinata, scrisse il primo libro di cucina della storia, il “De re coquinaria”, una raccolta di più di quattrocento ricette e suggerimenti per la preparazione di vari piatti. Nonostante ciò filosofi come Seneca o storici come Plinio il vecchio lo criticavano aspramente, indicandolo come esempio particolarmente significativo di come i nuovi tempi andassero via via peggiorando (siamo intorno ai primi secoli d.C. ). Curiose sono le circostanze della sua morte che ci vengono riportate dallo stesso Seneca: <<Vale la pena di conoscere la sua fine: dopo aver sperperato in cucina un milione di sesterzi e dopo aver divorato in una gozzoviglia dopo l'altra tante elargizioni di principi e l'enorme tributo del Campidoglio, oberato dai debiti, fu costretto per la prima volta a fare i suoi conti e così calcolò che gli restavano soltanto dieci milioni di sesterzi, e, come se vivere con dieci milioni di sesterzi volesse dire patir la fame, si avvelenò>>.